Il
riferimento testuale di fondo di questo intervento, è il libro di
Denis Poulot: Question
sociale. Le Sublime ou le travailleur parisien tel qu’il est en
1870, et ce qu’il peut etre.
(Questione
sociale. Il Sublime o il lavoratore parigino tale come è nel 1870, e
quello che potrebbe essere),
Maspero, Parigi, 1980, mai tradotto in italiano, con una importante
introduzione di Alain Cottereau. Si tratta di un saggio che verrà
pubblicato nell’aprile 1870, ovvero circa un anno prima dell’atto
rivoluzionario parigino de: La Comune. L’autore nella sua vita
aveva scalato tutti i gradi di promozione e riconoscimento sociale,
di quelli che aveva definito come “ouvriers vrais” (i veri
operai) cioè gli operai “volonterosi”: la scuola di arti e
mestieri a Chalon, poi trasferitosi a Parigi, era divenuto
capo-montatore, capo-squadra, capo-reparto, per diventare infine
imprenditore nel settore delle macchine utensili e della bulloneria.
(En
passant
doveroso: ma quanti bulloni e rivetti avrà la Tour Eiffel?)
Nel
preambolo al suo testo, l’autore stabilisce una precisa gerarchia e
suddivide i lavoratori in otto “tipi” differenti che sono:
1)
L’ouvrier vrai.
2)
L’ouvrier.
3)
L’ouvrier mixte.
4)
Le sublime simple.
5)
Le sublime flètri et descendu.
6)
Le vrai sublime.
7)
Le fils de Dieu.
8)
Le sublime des sublimes.